FABRIZIO FABBRI

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Vive e lavora a Castenaso (Bologna), in via Amendola 14 (tel. & fax 051-78.54.08).

Vignettista illustratore, suoi disegni sono stati pubblicati in diverse riviste, tra cui: Frigidaire, Cuore, Zut, Re nudo.

Le foto dei dipinti presentati sono di L. Landi.

 Mostre personali

     “Non c’è niente da ridere”     Castenaso (Bologna)  1999

     “Le matite di Fabrizio Fabbri”     Budrio (Bologna)  2001

     “Nuvole Rosse”     Bologna  2002

     “Vietato Sfumare”     San Lazzaro  2006

 Nota critica  - a cura di Vincenzo Sparagna

 Fabrizio Fabbri è un autore singolare, che segue percorsi autonomi di ricerca sull’immagine, coniuga testo e figura, scava nell’inconscio dell’arte popolare, nella vignetta e nelle strips fino a trasformare i propri schizzi in “opere”, ovviamente pensate per la loro riproducibilità, ma dense come “quadri”.

E, all’inverso, disegna e colora i suoi “quadri” come “quadrinhos” di un fumetto gigantesco, una sorta di racconto surreale che va oltre la singola figurazione.

Questa multiformità e questo nomadismo tra arte alta e bassa, in quella zona arbitraria che è la comunicazione visiva tout court, senza distinzioni di genere, di avanti e indietro, di nuovo e vecchio, questa caratteristica è il suo tratto più interessante.

Invece di cercare di collocarsi in qualche luogo conosciuto dell’arte, del genere o del post-genere, Fabbri scopre così autonomamente, e perciò finisce anche per incontrare, il “maivismofrigideriano.  Vale a dire, dimostra quella capacità di “stupirsi del mondo”, di inventarsi una maniera autoclassica di raccontarlo, superando in un colpo solo sia l’illusione dell’arte, che quella della comunicazione “popolare”.

Non vi è infatti immagine senza stile, senza scelta, senza responsabilità.  Fabbri sceglie di porsi sul piano filosofico dell’osservatore, del curioso.  Egli non predica, racconta, non impone, ma propone.

Vi è un understatement innato nelle sue figurette esili, nei cieli verdi, in quelle infernali rappresentazioni rosse e cupe che invadono le sue tavole, poiché il nostro artista si misura con il concetto della comunicazione, non vuole parlare al pubblico artefatto e rarefatto delle gallerie, ma al popolo esteso dei paysans moderni, che spesso siedono al computer e che hanno negli occhi miliardi di figure, intrecciate come in un girone dantesco di anime dannate.

Fabbri non si limita a disegnare, ma cerca di lasciare il segno.

Magari farà arricciare il naso a qualche signorina Richmond della criticacritica, ma è una presenza che ci piace risvelare, e ritrovare ogni volta, un affabulatore di figure e di facce che ci racconta i suoi sogni e certe sue verità amare che inteneriscono.

 Vincenzo Sparagna

Direttore della rivista
di fumetti,
arte, immagini
”FRIGIDAIRE”
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